venerdì 10 dicembre 2010

Ritrovato il bimbo disperso dopo Tsunami: era stato venduto

Dopo la catastrofe dello Tsunami che ha colpito lo Sri Lanka 6 anni fa, i genitori del neonato erano sicuri di non rivedere più il figlio, convinti che fosse morto durante quelle terribili ore. In realtà il piccolo era stato dapprima ricoverato nell’Ospedale di Galle e poi venduto da un addetto alla manutenzione per circa 2.500 rupie, pari a 22 dollari. Il bambino sta bene ed ora ha sei anni; Il presidente dell'autorità nazionale di tutela del bambino, Anoma Dissanayake, ha dichiarato che il piccolo è stato rintracciato in una abitazione di Wellampitiya, un quartiere a nord della capitale Colombo. Prima del ritorno a casa i genitori verranno sottoposti al test del DNA per confermare effettivamente la parentela. Una buona notizia, arrivata un po’ in ritardo, nell’immane tragedia costata la vita a 30.000 persone. Ancora molto frammentari, però, sia i dettagli del ritrovamento sia la posizione dell’impiegato dell’Ospedale e di coloro che hanno acquistato il bambino; le Autorità hanno comunque comunicato che verranno diffuse tutte le informazioni, anche alle associazioni umanitarie che da tempo si occupano del fenomeno della compravendita dei bambini rimasti orfani dopo lo tsunami o rapiti durante il caos seguito a quell’evento. I dispersi, infatti, ammonterebbero a svariate decine e diverse onlus sono convinte che si tratti di veri e propri rapimenti o di compravendite di piccoli destinati a famiglie Europee. Un fenomeno, però, che non riguarda solo lo Sri Lanka, ma è molto diffuso nel Sud-Est Asiatico e sul quale è bene attirare l'attenzione: delle migliaia di bambini che ogni anno scompaiono in quall'area si stima che oltre il 25% sia stato venduto e portato illegalmente fuori da paese, per essere adottato. Per maggiori informazioni potete consultare il sito dell'UNICEF

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