Lo stupro di Stato: quando si nasce con l’organo
genitale sbagliato
Quando mia nonna si è sposata lo stupro era
considerato un reato contro la morale; quando mia madre si è sposata l’adulterio
della donna era un reato. Quando io mi sono sposata , la Cassazione aveva già
sentenziato: lo stupro a danno di una donna che non ha mai avuto rapporti è più
grave rispetto allo stesso reato nei confronti di una donna che ha già avuto
rapporti. Nei meandri della sentenza, o tra le righe se volete possiamo leggere
anche di più. Alzi la mano chi non è d’accordo.
Più rapporti si hanno, più partner si sono avuti e
meno grave sarà considerata la violenza. All’Università ho imparato che la
donna tende per sua natura alla prostituzione, che è tentatrice esattamente
come ci ha tramandato la cultura Cattolica; su andiamo, alzi la mano chi di voi
non lo pensa. Da quando l’”affaire” di Eva con la mela si è diffuso, per le
donne non c’è stato più scampo e stato è proprio la parola chiave di questo
articolo.
Stato laico che dovrebbe difendere i diritti dei
cittadini, di tutti i cittadini “ senza distinzione di sesso” naturalmente
sempre che non siano donne. Se i cittadini in questione invece hanno avuto la
sfortuna di nascere con l’organo genitale sbagliato sarà onere delle poche ,
coraggiose madri che avranno l’ardire di educare le proprie figlie controcorrente,
contro l’ordine corrente, contro la cultura corrente e di dotarle degli
strumenti per difendersi. Alzi la mano
chi la pensa diversamente.
Una donna che subisce uno stupro sa che il suo
aggressore non andrà in carcere; sa che non verrà considerato socialmente
pericoloso, sa che lo Stato non lo considera un vero e proprio criminale, sa
che se denuncerà dovrà rinchiudersi in casa perché gli occhi di tutti saranno
puntati su di lei. Occhi di chi non lo dirà mai apertamente ma continua a
pensare, con la grande mente collettiva tanto cara ad Orwell e tanto dannosa
per la storia dell’uomo,che quella è pur sempre….una donna. Alzi la mano chi
non ha mai sospettato di una donna.
Lo stupro di gruppo viene depenalizzato in senso
sociale; ci è voluto tempo ma alla fine ci siamo arrivati. Gli stupratori in
gruppo , e sono sempre più giovani ,non dovranno farsi il carcere preventivo (
e perché mai aggiungiamo noi), non son pericolosi e quasi quasi hanno anche
fatto bene. I paesi si dividono (neanche tanto ) e la vittima viene
ghettizzata, estraniata dal contesto sociale ed inserita in un altro contesto;
quello del sospetto. Gli stupratori, con una pacca sulla spalla, se ne vanno in
giro per i bar con i genitori che nel profondo del loro cuore collettivo ne
sono anche modestamente orgogliosi. Alzi la mano chi la pensa diversamente.
Il Direttore del Giornale Sallusti, la cui linea
editoriale ho pochissime volte condiviso, va in carcere per il reato di omesso
controllo; uno stupratore no. Il pensionato che ruba al supermercato perché non
riesce ad arrivare a fine mese va in carcere, uno stupratore no. Gli stupratori
godono degli stessi privilegi della classe politica con la quale d'altronde condividono
diversi aspetti: violenza, senso di supremazia, potere sulla persone più
deboli, codardia e tutta una serie di deprecabili vizi sui quali non vale la
pena stare a scrivere.
Alzi la mano chi la pensa diversamente; se siete
donne invece alzate tutte e due le mani ed arrendetevi perché l’Italia non è un
Paese per donne.