mercoledì 15 dicembre 2010

Sex By Surprise: la verità sull’arresto consensuale di Julian Assange

Alessandro Oppes l’ha scritto oggi sul Fatto; la storia dell’arresto del creatore di Wikileaks è un po’ diversa da come ce l’hanno raccontata. L’arresto consensuale, negoziato dall’avvocato di Assange con Scotland Yard, riguarda le supposte accuse di stupro nei confronti di due donne di origini svedesi e si basa su una costruzione giuridica sconosciuta in Gran Bretagna: il Sex By Surprise. Le leggi della Svezia sugli abusi sessuali sono tra le più schierate nella difesa delle donne, e anche il mancato utilizzo del preservativo in caso di richiesta del partner costituisce un reato, punito con una sanzione pecuniaria; ed è di questo che è accusato Assange. Il reato può essere estinto con un’ammenda che ammonta a circa 500€. Nel caso di Anna Ardin, ad un rapporto sessuale consensuale è seguita la rottura del preservativo; nel caso di Sofia Wilden non ci fu uso del preservativo. Il tribunale però, a Julian Assange rimprovera soltanto di essersi rifiutato di sottoporsi, dopo i rapporti ad un test per accertare la sua supposta immunodeficienza o l’eventuale affezione da altre, varie ed eventuali affezioni veneree. Mark Stephens, avvocato di Assange, ha dichiarato che il suo cliente è perseguitato in modo assurdo per questa vicenda :” Qualsiasi cosa sia il sesso a sorpresa, è un’offesa solo in Svezia, non negli Usa, nè nel Regno Unito, e neppure a Ibiza; sembra di stare in un film surrealista a là Bergman con minacce continue da parti di troll bizzarri”. In un primo momento il magistrato svedese ha aperto un fascicolo per stupro, una decisione subito corretta nei giorni successivi. Il procuratore di Stoccolma però ha poi deciso di spiccare il mandato di arresto per il fondatore di Wikileaks, che ha portato al fermo avvenuto a Londra, eseguito in ottemperanza alla legislazione comunitaria. Una delle donne che ha citato Assange, la dirigente dei socialdemocratici svedesi, ha però smentito di aver mai accusato di stupro, sostenendo alla stampa svedese che il fondatore di Wikileaks ha un evidente problema attitudinale nei confronti dell’altro sesso, ma di non essere mai stata violentata da lui. Riteniamo di appoggiare in pieno la legislazione svedese, tuttavia la pratica di sbattere il mostro in prima pagina non è condivisibile. I media dovrebbero riportare informazioni corrette ed in questo caso non c’è stata coincidenza tra le accuse rivolte ad Assange e ciò che è stato riportato dalle testate internazionali.

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