venerdì 7 dicembre 2012

Lo stupro di Stato: quando si nasce con l’organo genitale sbagliato



Lo stupro di Stato: quando si nasce con l’organo genitale sbagliato

Quando mia nonna si è sposata lo stupro era considerato un reato contro la morale; quando mia madre si è sposata l’adulterio della donna era un reato. Quando io mi sono sposata , la Cassazione aveva già sentenziato: lo stupro a danno di una donna che non ha mai avuto rapporti è più grave rispetto allo stesso reato nei confronti di una donna che ha già avuto rapporti. Nei meandri della sentenza, o tra le righe se volete possiamo leggere anche di più. Alzi la mano chi non è d’accordo.

Più rapporti si hanno, più partner si sono avuti e meno grave sarà considerata la violenza. All’Università ho imparato che la donna tende per sua natura alla prostituzione, che è tentatrice esattamente come ci ha tramandato la cultura Cattolica; su andiamo, alzi la mano chi di voi non lo pensa. Da quando l’”affaire” di Eva con la mela si è diffuso, per le donne non c’è stato più scampo e stato è proprio la parola chiave di questo articolo.

Stato laico che dovrebbe difendere i diritti dei cittadini, di tutti i cittadini “ senza distinzione di sesso” naturalmente sempre che non siano donne. Se i cittadini in questione invece hanno avuto la sfortuna di nascere con l’organo genitale sbagliato sarà onere delle poche , coraggiose madri che avranno l’ardire di educare le proprie figlie controcorrente, contro l’ordine corrente, contro la cultura corrente e di dotarle degli strumenti per difendersi.  Alzi la mano chi la pensa diversamente.

Una donna che subisce uno stupro sa che il suo aggressore non andrà in carcere; sa che non verrà considerato socialmente pericoloso, sa che lo Stato non lo considera un vero e proprio criminale, sa che se denuncerà dovrà rinchiudersi in casa perché gli occhi di tutti saranno puntati su di lei. Occhi di chi non lo dirà mai apertamente ma continua a pensare, con la grande mente collettiva tanto cara ad Orwell e tanto dannosa per la storia dell’uomo,che quella è pur sempre….una donna. Alzi la mano chi non ha mai sospettato di una donna.

Lo stupro di gruppo viene depenalizzato in senso sociale; ci è voluto tempo ma alla fine ci siamo arrivati. Gli stupratori in gruppo , e sono sempre più giovani ,non dovranno farsi il carcere preventivo ( e perché mai aggiungiamo noi), non son pericolosi e quasi quasi hanno anche fatto bene. I paesi si dividono (neanche tanto ) e la vittima viene ghettizzata, estraniata dal contesto sociale ed inserita in un altro contesto; quello del sospetto. Gli stupratori, con una pacca sulla spalla, se ne vanno in giro per i bar con i genitori che nel profondo del loro cuore collettivo ne sono anche modestamente orgogliosi. Alzi la mano chi la pensa diversamente.

Il Direttore del Giornale Sallusti, la cui linea editoriale ho pochissime volte condiviso, va in carcere per il reato di omesso controllo; uno stupratore no. Il pensionato che ruba al supermercato perché non riesce ad arrivare a fine mese va in carcere, uno stupratore no. Gli stupratori godono degli stessi privilegi della classe politica con la quale d'altronde condividono diversi aspetti: violenza, senso di supremazia, potere sulla persone più deboli, codardia e tutta una serie di deprecabili vizi sui quali non vale la pena stare a scrivere.

Alzi la mano chi la pensa diversamente; se siete donne invece alzate tutte e due le mani ed arrendetevi perché l’Italia non è un Paese per donne.

2 commenti:

  1. io alzo tutte e due le mani. Su Sallusti non sono completamente d'accordo dato che si trattava di un articolo su una quattordicenne e di un aborto

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    1. Caro Giacomo, intanto grazie del commento. Su Sallusti ho scritto infatti semplicemente che ritengo iniqua la disparità di trattamento; sono daccordo con te sulla gravità dello stesso ovviamente.

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