sabato 11 dicembre 2010

PENDOLARISMI: TRAIN-MAN (Cristo ci ha insegnato a viaggiare in treno)

E’ un fenomeno strano, ma reale.  È il fenomeno del dottor Jekill e Mr. Hyde, è la metamorfosi dell’ uomo civile ed educato nell’ uomo pendolare, nell’ uomo che non deve chiedere mai….”scusa”. Già da pendolare a pendolari guardiamoci in faccia ed ammettiamo una buona volta che il nostro status di train men è una sorta di zona franca della maleducazione, è la giustificazione ad ogni cafonaggine che,  tolta dal contesto “ciuf ciuf” ci fa rabbrividire. Mi stupisco dei miei comportamenti da pendolare? Non più, mi stupisco del comportamento dei miei compagni di viaggio? Non più. Tutto ha inizio al mattino, spesso in orari indecenti quando il mondo dorme e tu ed io, poveri sfortunati , ci troviamo a svegliarci. Ed è lì che tutto ha inizio, a partire da quella sadica invidia che vuole che tutti si sveglino con te;  e allora ecco che ogni tuo rumore, la sveglia che suona sette volte a distanza di 3 minuti a trillo, per la gioia di tutto il vicinato, il nostro passo da mandria di bisonti che carica, per la gioia di quelli del piano di sotto, ed il phon per i capelli alla massima potenza e alla massima velocità, la tazzina del caffè che cade e si rompe e così via, non ha più nulla di sbagliato. In pratica il totale abbandono di ogni accortezza verso il prossimo. Ma è qui che nasce la maleducazione , qui dove nasce la scusa, qui dove nasce Mr. Hyde: “ io mi sveglio alle 4.30, e che è colpa mia?, io sono lo sfortunato da compatire e da perdonare, e poi cosa c’è da perdonare? Alzatevi un po’ voi come me!”  Ed allora di corsa alla stazione dove come in uno dei miglior film di Romero si aggirano strane figure mattutin-notturne, dallo sguardo zombico. “Buongiorno”… silenzio e a volte addirittura stupore,  ma poveri compagni di disavventura (penso) , stanno dormendo ancora, sono giustificati, ci siamo tutti alzati all’ alba.  Stessa scena sulla piazza del paese “buongiorno” silenzio “ …e allora ma vaffanculo”! Si sale sul treno e come in un rito tra i più ripetitivi, cha a confronto il rosario è una botta di originalità, ognuno alla ricerca del proprio posto. Tutti seduti, bene! Che abbia inizio il concerto caco-fonicamente più disgustoso della storia della musica. Colpi di tosse che si mischiano a starnuti e che ancora la scienza medica non ha catalogato, sbadigli ippopotamosi con bocche che ricordano Linda Blair in una fase acutissima della sua più famosa possessione; il tutto è ovviamente accompagnato dalla totale assenza di mani che proteggono dal lancio di saliva e germi o che coprono lo spettatore seduto davanti dallo spettacolo otorin-ortodontico. Ma che dire, come possiamo non scusarci tra noi senza bisogno di chiederci scusa? Come possiamo non perdonare quando anche noi per lo stesso saremmo perdonati? È l’ apoteosi del perdona il prossimo tuo, del porgi l’altra guancia: Cristo ci ha insegnato a viaggiare in treno. Poi  il treno inizia a riempirsi ed allora ecco che all’ uomo seduto si accompagna l’uomo in posizione sfortunatamente eretta, sfortunato nella postura ma meno giustificato perché se sale solo ora vuol dire che si è svegliato più tardi di me che son seduto. Ed allora col cazzo che mi alzo a lasciare il posto alla povera vecchietta, magari carica di buste, alla donna col bambino in braccio, per fortuna la donna incinta è fatta salva. Comunque per quanto riguarda il razzismo tra pendolari cioè tra i pendolari di una certa ora e quelli di orari più comodi, quel razzismo che ricorda tanto il razzismo tra neri e più neri, rimando alla prossima puntata.  C’ è da dire che il pendolare eretto porta con sé delle protesi corporee che lo trasformano in una sorta di cyborg, protesi che spesso non trovano spazio se non addosso ad altri pendolari, ed allora borse in faccia, valige appoggiati sui piedi di qualcun altro, ombrelli gocciolanti e via dicendo. Il tutto, ma ormai mi sembra più che ovvio, senza chiedere scusa e soprattutto senza che la vittima si giri aspettandosi le scuse. Poi come tralasciare quegli strani personaggi, ormai non più solo giovani, che hanno l’ accortezza di mettersi le cuffiette per non disturbare, ma che però hanno il volume talmente alto che converrebbe salire sul treno con un impianto  Hi-Fi  in mano. Siamo arrivati dobbiamo scendere, mi alzo e per raggiungere l’ uscita pesto i piedi al signore avanti a me ed allora attiro la sua attenzione per chiedergli scusa, ma quello mi guarda come se fossi un alieno ed intanto dietro di me mi spingono e quello dietro a quello che mi spinge sta calpestando i piedi di quello che mi spinge e nel marasma io non lascio passare una signora che era in fila per scendere e indovinate, non le chiedo neanche scusa. Trasformazione avvenuta con successo. Ricordatevi siamo tutti sullo stesso treno (licenza pendolare).
Scritto da: Il Viaggiatore Incantato

Foto di Carolina La Marca
tutti i diritti riservati

2 commenti: