martedì 21 dicembre 2010

La scuola dei “bambini che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica”

Il bambino che frequenta la scuola italiana può scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica. Durante questo mese di Dicembre ,con l’avvicinarsi delle festività natalizie e di conseguenza delle recite scolastiche, ho letto molte notizie che mi hanno sconvolta, prima fra tutte quella di una scuola che ha apertamente dichiarato ai “bimbi che  non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica” ( scusate , ma la frase va messa tutta è come l’imputato che si avvale della facoltà di non rispondere) che non si sarebbe tenuta la classica recita di Natale a causa della protesta dei loro genitori. Perché questi genitori protestavano?. Perché la scuola aveva deciso di inserire la recita all’interno dell’IRC (insegnamento religione cattolica), così escludendo di fatto i bimbi dissidenti….ho scritto dissidenti? Scusate, i “bimbi che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica”.
 Iniziamo con il dire che anche io, che oggi ho 34 anni ed a 8 anni frequentavo un istituto religioso, sono una di quelle bambine che non si è avvalsa dell’insegnamento della religione cattolica, ma io avevo per insegnante una suora meravigliosa ed intelligente e due genitori che mi avevano preparata al potenziale di emarginazione della mia scelta, emarginazione che di fatto , ad essere onesti, non ho vissuto. Di certo la stanno vivendo questi bambini.  La scelta di non fruire dell’ora di religione, per quanto mi riguarda è stata davvero una scelta personale ( mia sorella per esempio frequentava l’ora di religione), quindi voglio partire dal presupposto che lo sia anche per  gli alunni di questa scuola.  Un bambino che compie una scelta simile non va discriminato e di certo non va schierato, cosa che accade in molti istituti scolastici. Il bambino che compie una scelta simile va incoraggiato, perché ha una maturità intellettuale ed emotiva tale da “uscire dal gruppo” cosa che manca a molti adulti; questo bambino non va messo a confronto con gli altri, non va additato, come non va preso ad esempio. La libertà religiosa è un diritto assoluto sia per chi sceglie di voler frequentare l’ora di religione sia per chi sceglie di non frequentarla; ma dov’è la libertà se poi il bambino deve subire questo tipo di discriminazione?. Le recite scolastiche sono momenti aggregativi importanti e le guerre ideologiche non si fanno sulla pelle di un bambino. E poi, abbiate pazienza, ma non venite a dirmi, cari dirigenti di questa scuola, che per voi è fondamentale sottolineare la religiosità del Natale escludendo i “bimbi che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica”…. Di che avete paura, cosa potrebbero mai fare questi “teppistelli”?, mettere in fuga il bue e l’asinello?
Un ultima cosa voglio proprio dirla; per chi non lo sapesse il 25 Dicembre festeggiamo la nascita di un uomo libero che, fino a prova contraria, è uno di quei bambini che non si è avvalso dell’insegnamento della religione cattolica.

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