venerdì 15 ottobre 2010

Il lato oscuro delle favole; quello che vi hanno nascosto da bambini.

Non tutti sanno che le favole che si raccontano ai bambini, solo raramente rappresentano la versione originale scritta dal primo autore, mentre più spesso vengono interpolate per renderle accessibili ai più piccoli. La “fiaba” deriva ,quasi sempre, dalla tradizione orale e , spesso, rappresenta una metafora, un avvertimento o contiene messaggi importanti da tramandare. Tutte le favole sono state sottoposte, ad esempio, alle analisi della scuola Freudiana, per capirne i significati più reconditi. Le favole come noi le conosciamo, in realtà sono molto diverse da quelle originali. La storia di Cappuccetto Rosso è una leggenda popolare nordica che è stata riadattata da tanti autori, tra i quali Charles Perrault ed i fratelli Grimm. In alcune versioni della fiaba ci sono dei riferimenti al cannibalismo,(Cappuccetto Rosso mangia per sbaglio la carne della nonna), e lo stesso Perrault descrisse così la storia senza lieto fine nella quale cappuccetto rosso e la nonna muoiono entrambe: “Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!. Nelle celeberrima storia di Cenerentola, le sorellastre, pur di riuscire ad infilarsi la scarpa persa al ballo da Cenerentola, si tagliano entrambe le dita dei piedi e la fiaba si conclude con un corvo che acceca le due sorelle, strappando loro gli occhi. In Biancaneve, la regina si fa portare dal cacciatore, non il cuore , ma il fegato ed i polmoni di Biancaneve per mangiarseli a cena. Questi sono solo pochi esempi, ma ce ne sono tanti altri, di come le favole siano racconti metaforici che nascondono significati, più o meno espliciti, spesso molto lontani dal mondo dei bambini; la favola per bambini non esiste. Per molti psicanalisti sarebbe utile che gli adulti si confrontassero con le versioni meno conosciute delle favole più famose e diffuse, anche per far riacquistare alle stesse il loro senso originario di avvertimento, di richiamo e di raccomandazione e perché rappresentano forme universali di comunicazione.

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